Il coronavirus visto dal taxi
In questa settimana “contagiata” dall’ormai celeberrimo Coronavirus, di cui si è già scritto di tutto e anche di più, vorrei dedicare un minimo di spazio ad una categoria forse mai riconosciuta per quanto meriterebbe: i Taxisti. Parafrasando il titolo di questa mia rubrica, giusta e doverosa é una citazione a chi in questi giorni mi riporta alla mente i Monatti di manzoniana memoria, pubblici addetti al trasporto dei malati presso i lazzaretti e luoghi analoghi. Una provocazione da cui vorrei prendere spunto per far comprendere a chi legge che i sempre criticati Taxisti, a cui il Comune non ha dedicato neppure un minimo di dotazione sanitaria come mascherine o disinfettante, in questi giorni sono presenti e disponibili per tutta la cittadinanza a proprio “rischio e pericolo”.
Categoria a costo zero per lo Stato ma con tariffe, turni e regolamento imposti, in servizio 24h su 24h per 365gg l’anno, con partita Iva pur senza poter esercitare un ruolo da imprenditori nel senso letterale della parola (competitors di importazione alzano i prezzi in base ad un algoritmo mentre i taxisti no) e ancora categoria che pur essendo un Servizio Pubblico del Comune non gode degli stessi benefit e della stessa tutela che hanno gli autisti di Tram, Autobus e Metro.
I Taxisti si pagano in proprio e a ZERO costi da parte dei contribuenti App, Radiotaxi, Automobili e hanno un rischio d’impresa derivato da un incidenti, rapine e, come in questi giorni, da contagio di malattie. Nella fattispecie, il servizio Taxi Milanese è stato di recente classificato il quarto miglior sevizio Taxi EUROPEO per disponibilità, professionalità e reperibilità e solo per questo (oltre che per tutto ciò che è stato scritto in precedenza) i suoi operatori meriterebbero un plauso e non le critiche con cui spesso vengono ingiustamente bersagliati.
Di Davide Pinoli